La nostra Scuola paritaria dell’Infanzia e Primaria “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo ospita la presentazione del libro “Generare luoghi di vita“.
L’appuntamento è per martedì 11 ottobre, ore 18.00, ingresso libero.
Con gli autori del testo, Johnny Dotti e Chiara Nogarotto, dialogheranno Francesco Fossati e Alessandro Santoro. Introducono Matteo Rossi, Presidente del Distretto dell’Economia Sociale e Solidale di Bergamo, e Marcella Messina, Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo.
Il libro
Johnny Dotti (pedagogista e imprenditore sociale) e Chiara Nogarotto (sociologa) propongono al lettore nuove forme dell’abitare. Un abitare “generativo”, fondato sulla relazione e non sull’isolamento.
Il libro parte dalla constatazione che, per moltissimo tempo, la logica abitativa ha seguito il modello degli appartamenti e degli alloggi: forme di separazione fisiche e culturali, che hanno costretto la persona a un crescente isolamento. Questa tendenza ad allontanarci, a rinchiuderci, a escludere l’estraneo, è stata resa straordinariamente evidente con la pandemia, che ci ha forzato a un ancor più marcato distacco, mostrandoci così l’insicurezza delle nostre vite isolate. Serve ora la possibilità di un riscatto, di un’alternativa: nuove forme dell’abitare, fondate sulla relazione, che considerino l’altro come parte integrante dell’esistenza.
Si tratta di riscoprire la bellezza di tante esperienze cresciute nel tempo, come monasteri, borghi, case di ringhiera, cascine, e di ripensarle nella modernità in modo inedito, da una parte allontanandosi dall’esasperazione dell’io individualista, ma d’altro canto rifuggendo anche la pretesa di una vita condivisa assolutizzante.
Abitare generativo – è la proposta del libro – significa ricucire le dimensioni della nostra esistenza, riavvicinando – spazialmente e cognitivamente – la casa, il lavoro, la cura, l’educazione, la cultura. Vuol dire reimparare a tessere i legami con se stessi, con la famiglia, i vicini, il territorio, la natura; riscoprire la prossimità e la reciprocità, che permettano anche di alleviare le difficoltà di una quotidianità spesso ardua da sostenere. Solo così lo spazio diventa luogo di vita: attraversato, generato, abitato.